In the fifteenth century, both within and outside the religious orders, a range of moral and religious tensions centered on poverty and property came to inspire explosive debate. Already by 1400 the issues were in one sense quite well identified, and well worn, hashed out in some two centuries and more of scholastic debate and moral instruction. But they arguably received new life in the hands of Observant reformers, who reshaped all of the old materials into a fresh vision, with distinct points of emphasis: moral rigor, of course, in their own ranks, above all through strict observance of rules and statutes; moral rigor among the laity, anchored in preaching, teaching, and pastoral care; an disciplined economic and civic life, on charity and the common good, on diligent labor and economic fertility, on turning from avarice, fraud, and excess; on caring for the poor, on charity and works of mercy.

Mon propos n’a pas pour objet de chercher à expliquer par le seul facteur des réformes de l’Observance le problème de la formation du crime de sorcellerie et du déclenchement de sa répression, mais de comprendre comment se sont accélérés certains processus à un moment donné, dans lesquels l’Observance me semble avoir joué un rôle majeur. Le démontrer n’est pas un exercice facile, car il faut trouver un bout par lequel attraper cet objet d’histoire quasi total qu’a été la ‘Chasse’ ; la démarche la plus claire est peut-être d’affronter des constats en forme d’évidences. La première est d’ordre chronologique : le passage de la magie maléfique à la sorcellerie diabolique et le début des procès sont intervenus dans la première moitié du XV^e siècle, au cours du Grand Schisme et des conciles de Constance et de Bâle, au moment, aussi, de la montée en puissance des dynamiques réformatrices de observantia, particulièrement au sein des ordres mendiants. Cette concomitance appelle une autre interrogation, celle du décalage d’un siècle entre la constitution d’une démonologie scolastique et le déclenchement de la persécution des sorciers : « Vers 1320, les démons semblaient prêts à fondre sur les humains » écrit Alain Boureau en entamant la conclusion de son Satan hérétique (2004). Proposer des éléments d’explication à cette concomitance chronologique implique d’aborder deux autres formes d’‘évidences’, qui sont pour ainsi dire ‘ontologique’ (i.e. en rapport avec ce que l’Observance était) et ‘structurelle’ (i.e. en rapport avec la façon dont l’Observance a participé à la définition et à la répression de la sorcellerie). Je terminerai en évoquant comment certaines dynamiques mêmes de la réforme, particulièrement chez les Franciscains, me paraissent avoir nourri la dilatation extrême du champ de l’hérésie et la fabrique de l’hérétique-sorcier.

Con l’etichetta di «fraticelli de opinione» le fonti ortodosse designano i frati Minori che sostennero contro Giovanni XXII (1316-1334) la tesi dell’assoluta povertà di Cristo e degli apostoli. L’azione repressiva svolta tra Martino V e Niccolò V in Toscana, Umbria, Lazio e nelle Marche vede l’attiva partecipazione dei frati dell’Osservanza, che prendono anche possesso dei conventi un tempo occupati dai fraticelli. Giacomo della Marca interviene prima come predicatore (anni ’20 del Quattrocento), poi come inquisitore (anni ’40-’50). Forte della sua esperienza sul campo, Giacomo scrive verso il 1450 il Dialogus contra fraticellos, che costituisce una delle più autorevoli e circostanziate testimonianze sul fraticellismo quattrocentesco.

Observant reformers were concerned about restoring order to the Church and returning to an imaginary age of pristine ideals. Reformers sought to achieve this goal not only through their fiery rhetoric, but also through providing education and pastoral guidance. When interacting with groups of non-monastic women, that guidance often took the form of constructing and imposing an identity that was compatible with traditional forms of monastic life. Under Observant care, these groups of women found themselves subject to a process of institutionalization that directed them towards something that closely resembled traditional religious life. This process resulted in the growth of a new type of tertiary order, which both reflected Observant ideals and provided an answer to the longstanding problem of providing supervision and spiritual care for non-monastic groups. However, instead of acknowledging the novelty of the new orders, reformers often worked with the women involved to create a fictive history that showed both medieval roots and a connection with a saintly founder. This paper is part of an ongoing project exploring the Observant use of historical and hagiographic fragments to create ideal histories of these groups with a particular focus on the Franciscan third order.

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La scelta di concentrarmi su due predicatori della tarda osservanza minoritica – Johannes Meder († 1518) e Oswaldus de Lasko († 1511) – risponde alla convinzione che sia imprescindibile allargare il più possibile il quadro delle nostre conoscenze, mettendo a fuoco protagonisti che certo non hanno il fascino di un Bernardino da Siena o Savonarola, ma il cui concreto impegno culturale e pastorale costituì una parte essenziale nel forgiare l’Osservanza come fenomeno europeo, capace di sviluppare un’azione capillare – insieme repressiva e propositiva – che rispondeva in maniera diversificata alle mutevoli necessità della società. Il contributo intende mettere in luce le diverse – e forse divergenti – modalità con cui il tedesco Johannes Meder e l’ungherese Laskai Osvalt svilupparono un articolato programma di istruzione religiosa nei propri sermoni quaresimali, il Quadragesimale novum, predicato da Meder a Basilea nel 1494 e stampato nella stessa città l’anno successivo e il Quadragesimale gemma fidei composto a inizio Cinquecento e stampato ad Hagenau nel 1507.

In the seventeenth century Fr Donatus Mooney, a Franciscan Observant historian, described Irish Observant foundations as naturally abundant, presenting them as divinely chosen and paradise-like places, while individual Observant friars were portrayed by Mooney as followers of sacred poverty, and as suggested in this paper, the true followers of the early Franciscans. The significant number of Franciscan and Augustinian Observant foundations in the rural landscapes of western Ireland and the architecture of their churches, viewed together with the apparent decline of parochial infrastructures at the time, all suggest that the Observant reform played a crucial part in the religious landscape of late medieval Ireland. As described by Mooney, the Observants presented the laity with a model of holiness to emulate, and offered through their preaching and pastoral care the guidance and spiritual services often lacking in the local clergy.

«Il maladetto ed abominando e detestando peccato della sodomia» come lo definisce Vespasiano da Bisticci nella Vita di Bernardino da Siena, ha ricevuto l’attenzione della storiografia da alcuni decenni a questa parte. Ci sono sistematizzazioni sulla “invenzione”, nel senso sia della scoperta sia della costruzione narrativa, in opere generali come quelle di Mark Jordan e di John Boswell, mentre per quanto attiene all’Osservanza francescana l’attenzione è andata soprattutto alle opere di Bernardino da Siena, tanto per l’importanza del suo ruolo nella predicazione della prima metà del Quattrocento, quanto per la (conseguente) maggiore disponibilità di opere in buona edizione critica. Nello specifico, su Bernardino da Siena e la sodomia vanno ricordati almeno i lavori di John Mormando (che al tema dedica una ricca sezione del suo The Preacher’s Demons), sia Michael Rocke nel suo Fordibben Friendships, che studia soprattutto l’istituzione fiorentina dell’Ufficio della Notte (e che quindi trova una controparte veneziana nello studio di Guido Ruggiero, The Boudaries of Eros), ma che al Senese rivolge un’attenzione approfondita per la concomitanza fra la sua predicazione e la fondazione dell’Ufficio.

L’intervento che presento va visto come una sorta di work in progress:  la fonte particolare che ne costituisce il fondamento all’inizio sembrava familiare e “addomesticata” e si è invece complicata con altre non previste, perché al di là della sua natura una fonte risente sempre dei suoi fini o scopi momentanei, come pure del significato e dei convincimenti  che ad essa sono  stati di volta in volta attribuiti . Si sono quindi  aperti nuovi indirizzi di ricerca che urgono per la necessità di approfondimento. Il lavoro corre su due filoni di indagine, fino a un certo punto paralleli e poi sovrapposti: il contesto in cui lavoravano gli inquisitori e le fonti, con le scelte di metodo e di analisi che esse comportano.

Nel mio intervento cercherò di indagare la raffigurazione degli ottomani nella committenza artistica dei francescani osservanti, analizzando non solo come essi vengano rappresentati, ma anche quale sia la testimonianza delle immagini e cosa emerga dallo scarto tra queste e il testo. Mi limiterò all’analisi di un solo esempio, affrontato come caso di “storia delle immagini”: l’iconografia di Giovanni da Capestrano alla battaglia di Belgrado contro gli ottomani, avvenuta nel 1456. Intendo analizzare in particolare come lo scontro con gli ottomani passi figurativamente, tra XV e XVIII secolo, dai “margini” dell’immagine al “centro” e come, grazie alla battaglia di Belgrado, Giovanni da Capestrano si muova in un certo senso dalla “frontiera” (abruzzese e balcanica) alla capitale dello Stato Pontificio, divenendo protagonista di impegnative pale romane in luoghi strategici dell’Osservanza. Vorrei altresì mostrare come in età moderna Giovanni da Capestrano sembra esser progressivamente diventato un modello per costruire la santità di esponenti di altri ordini, come ad esempio i domenicani.

Throughout the fifteenth century, the most widely revered holy men in Southern Europe were Observant Mendicant friars. Many of these saintly reformers were famous for their attacks on religious minorities, and their cults were tied to the surge in persecutory impulses directed against the Jews. Some of the names that immediately come to mind as instigators of anti-Jewish violence and of calls for the expulsion of the Jews include the Observant Dominicans Giovanni Dominici (1356–1419) and Vincent Ferrer (1350-1419) and the Observant Franciscans Bernardino da Siena  (d. 1444), John of Capistran (1386-1456), and Bernardino da Feltre (1439-1494).